IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA BASSA
La storia
Sulla cresta spartiacque tra i Comuni di Val della Torre e Rubiana sorge il santuario mariano della Madonna della Bassa (m 1152), dedicato alla Beata Vergine Addolorata. La sua storia, tramandataci nel dettaglio dal Canonico Colombero, ebbe inizio il 18 agosto 1713 quando un certo Lorenzo Nicol si ruppe una gamba nella zona detta della Bassa e, rivoltosi alla Madonna, fece voto di costruire un pilone in quel posto. Risanato immediatamente dall'intervento divino, il Nicol potè far ritorno in paese e, come spesso succede, si scordò della promessa. Il 20 agosto dell'anno successivo, lavorando nella stessa località, Lorenzo Nicol fu colpito dalla stessa disgrazia. Pentito del suo comportamento passato, pregò la Vergine Maria perchè, anche questa volta, venisse in suo aiuto. La Madonna accolse le preghiere del nostro lavorante e gli consentì di raggiungere la propria abitazione.
Il Nicol non disattese più il voto fatto. Egli fece costruire un pilone che costituì l'origine dell'attuale santuario e pose in esso la statua della Vergine Maria tutt'oggi venerata in quel luogo.
Ecco, di seguito, le testuali parole riportate dal Colombero nel suo testo “I Santuari di Maria SS. In Piemonte†a pagina 296:
“Nei primi anni del secolo XVIII un tale Nicol, contadino di quelle parti mentre stava lassù occupato in faticoso lavoro, si ruppe accidentalmente una gamba. Era solo, non iscorgeva d'attorno persona vivente, e per giungere a qualche abitazione bisognava camminare almeno un'ora. Ma come si fa, mentre la gamba non era in grado di reggerlo? Si siede a gridare a piena gola ed impetrare soccorso, ma disperdeva l'ira del vento i gridi e le querele.
Disteso al suolo già stava per darsi alla disperazione, allorchè gli balenò alla mente un salutare pensiero.
Si rivolse col cuore alla Regina del Cielo, e promise di costrurre ivi un pilone se veniva reso capace di giungere a casa. Dopo alcuni istanti si sentì rinvigorito, ebbe forza di recarsi a casa, ed in poco tempo si trovò perfettamente guarito.
Lieto della guarigione, fece come i marinai che solo si ricordano di Dio nel momento del naufragio. Più non pensò a mantenere la promessa che aveva fatto alla Madonna. Ed ecco che l'anno dopo, trovandosi a lavorare nel luogo medesimo, fu colpito dalla stessa disgrazia, ebbe una gamba spezzata. Allora riconobbe e deplorò sinceramente il suo fallo, ed implorò soccorso alla SS. Vergine, rinnovando il voto.
Guarito, mantenne questa volta la parola, edificò il pilone, e vi collocò una statua della Celeste Madre, quella medesima che ancora si venera in quel luogo.
Divulgatasi la cosa nacque negli abitanti di Mompellato il desiderio di fabbricare ivi stesso una cappella, e vi si accinsero, non sbalorditi dalle gravissime difficoltà dell'elevato sito.
Tutto il villaggio vi prese parte, si atterrò il pilone e la cappella venne su; e nel 1721 vi si potè celebrare la prima Messa.
Nè si fermarono qui: Si costrusse in seguito un fabbricato, che successivamente ingrandito, è capace di più migliaia di persone; ed a varie riprese si ingrandì e decorò la chiesetta.
Il Santuario della Bassa ha ora tre navate, delle quali una appartiene al territorio di Val della Torre ed al Circondario ed Archidiocesi di Torino, essendo stata costrutta verso il 1865 al di qua dello spartiacque, e su terreno già di proprietà del Comune di Val della Torre, mentre la navata centrale e quella in cornu Evangelii sorgono sul territorio di Rubiana, e quindi appartengono al Circondario ed alla Diocesi di Susa.â€Â
La fonte, da cui il Canonico Colombero trasse le notizie sui fatti accaduti a Lorenzo Nicol in quegli anni, risale ad uno scritto, datato 26 febbraio 1800, lasciato dal Teologo Giuseppe Bertolo di Mompellato, allora Parroco di Sant'Ambrogio, in cui l'autore commenta l'eccezionale fatto. Si riporta, anche in questo caso, il testo originale del Bertolo:
“Pluribus vicibus mihi adolescenti Laurentius Nicol vivo voce sequentia memoravit sibi accidisse: Anno Domini 1713 – die XVIII Augusti domui meae reverentes ligno exciso honustus, in colle dicto Bassa super me caecidi, et unum crur meum confractum est. Nullo auxilio fretus ad Beatam Virginem Mariam confugi, eodemque tempore apparuit mihi ipsa B. Virgo Maria, quae me subito sanavit.
Iusequenti anno 1714 die vero XX Augusti eodem loco ut antea memoravi accidit mihi, et denuo apparens mihi Beatissima Virgo me sanavit suadens mihi ut in eodem loco sacellum construerem, quod sequenti die incepi.
- Ambrosii, XXVI Februarii 1800.
Th. Ioseph Bertolo Praep.â€Â
Ben prima delle testimonianze scritte, le genti locali, venute a conoscenza del miracoloso evento, vollero edificare alla Bassa una cappella, dedicata alla Beata Vergine Addolorata, che sostituì il pilone votivo ed in cui si celebrò la prima Messa nel 1721.
Negli anni seguenti la costruzione venne ampliata sino a raggiungere l'attuale struttura composta da un fabbricato, adibito a ricovero dei pellegrini, e dalla chiesa vera e propria formata da tre navate, una delle quali è sita sul territorio comunale di Val della Torre mentre le rimanenti insistono sul demanio di Rubiana.
I permessi per usufruire del terreno comunale furono accordati, e comunicati tramite due lettere di concessione del 1879, dall'allora Sindaco di Val della Torre, Sig. Chiaberge, al Sig. Presidente del Santuario della Bassa. In esse si legge:
Val della Torre, 16 Giugno 1879.
Il Sindaco sottoscritto pregiasi notificare al Signor Presidente del Santuario della Bassa, che questo Consiglio Comunale non dissente di concedere il sito di cui è richiesto, con che l'Amministrazione conceda all'albergatore di Val della Torre, nei due giorni festivi, il godimento di due camere o tettoie per l'esercizio della professione.
f.to il Sindaco: Chiaberge
(E' curioso il riferimento all'utilizzo da parte dell'albergatore di locali per l'esercizio della professione. Già a quel tempo il commercio aveva la sua importanza anche dalle nostre parti.)
Val della Torre, 25 Luglio 1879.
Il Sindaco sottoscritto significa al Sig. Presidente della Bassa, che questo Consiglio Comunale permette il passaggio della processione sul territorio di questo Comune, solamente desidera che il piazzale a formarsi fosse esteso anche a fronte del Santuario stesso nella sua lunghezza, cosa che darebbe anche maggior rilievo al Santuario stesso.
f.to il Sindaco: Chiaberge
(Si fa cenno in questa lettera alla processione “Processione del voto†annualmente celebrata per ricordare il miracoloso evento di cui fu oggetto Lorenzo Nicol).
Lorenzo Nicol morì novantenne il 30 settembre 1765 e il suo atto di morte, riportato dal Teologo Cav. P. Prato, così recita:
“Laurentius Nicol, nonagenarius, qui primum Capellam vugo dictam de Bassa construxit, piissimeque Matris nostrae Mariae devotionem, quoad vixit, strenue propagavit, tribus Ecclesiae refectus sacramentis, in osculo Domino defunctus est die 30 Septembris 1765.â€Â
Da quanto scritto apprendiamo che il Nicol fu il primo costruttore della cappella della Bassa, devotissimo della Madre nostra Maria e, fino a che visse, strenuo propagatore dell'ordine della Chiesa. Morì ristorato dai sacramenti e baciato da Dio.
Il legame dei valtorresi con la Madonna della Bassa è sempre stato molto sentito e, in comunione con i vicini di Mompellato, vennero e vengono celebrate due feste annuali coincidenti con la prima domenica dopo il 15 agosto (Festa del santuario) e con la terza domenica di settembre (Festa liturgica della Beata Vergine Addolorata).
Con il passare degli anni la devozione per la Madonna della Bassa prese sempre più importanza e tutt'ora continua il tradizionale raduno dei fedeli nelle feste di ringraziamento.
Il complesso architettonico esterno del santuario
La costruzione religiosa intitolata alla Beata Vergine Addolorata, eseguita in un sobrio stile romanico, ben si inserisce nell'ambiente naturale montano e, nonostante le sue notevoli dimensioni, non costituisce motivo di impatto ambientale (fig. 01).
L'edificio presenta una navata centrale, con copertura in lose a due falde spioventi, sopraelevata rispetto alle due laterali che hanno copertura ad una sola falda spiovente. Sul vertice anteriore del tetto della navata centrale è collocata una croce metallica con decorazione a raggiera che ricorda la luce divina e la santità del luogo (fig. 02);
mentre sulla parte posteriore è collocata una campana sorretta da un supporto in muratura (fig. 03).
La facciata del santuario, esposta a sud, è composta da un loggiato sorretto da tre archi, delimitanti la navata centrale, ed altri due, di maggior ampiezza, che delimitano le navate laterali. Il motivo architettonico ad arco circolare, sorretto da quattro colonne a sezione quadrata, è sovrastato da due lucernai circolari muniti di grata metallica, rispettivamente a sinistra e a destra della navata centrale che è ornata da due nicchie e da un finestrone con inferriata (fig. 04).
Nella nicchia di sinistra è collocata la statua di un arcangelo che scaccia il demonio (fig. 05),
mentre quella di destra è dipinta e raffigura il lupo di san Francesco di cui riporta scritta una parte del suo “Cantico delle Creature†(Laudato sie, mi signore, cum tutte le tue creature) (fig. 06).
Sia le nicchie che il finestrone ripropongono il disegno degli archi sottostanti.
I portoni d'ingresso ,uno per ogni navata, sono lignei con disegni rombici e, ai lati di quello centrale, sono state ricavate due finestre con l'evidente scopo di aumentare l'illuminazione interna. L'intelaiatura in legno delle due finestre ricorda il luogo sacro riproducendo la croce di Cristo. Il portone principale è composto da due battenti mentre i due laterali ne hanno uno solo. Tutte le finestre e le porte sono protette da inferriate.
La pavimentazione del loggiato è in pietra di Luserna mentre la volta presenta due archi circolari trasversali che la uniscono al colonnato e alla facciata.
Sotto agli archi della navata centrale, sopra al portone d'ingresso principale, è dipinta l'effige della Madonna con bambino ai cui piedi è riportata la seguente scritta:
- O. M.
ET
- M. V.
MONS IN QUO BENEPLACITUM
EST DEO ABITARE IN EO.
EREXIT MDCCXXI
RESTAURAVIT MDCCCXLV
(La colorazione delle scritte rispecchia l'originale).
La parte alta dell'affresco, che dovrebbe completare il disegno della nicchia racchiudente l'immagine della Vergine, è mancante e la raffigurazione termina contro il soffitto del loggiato (fig. 07).
Tutta la costruzione descritta poggia, con il lato posteriore, ad un edificio che è leggermente decentrato verso sinistra (rispetto alla facciata del santuario) e anche più elevato. Sui muri perimetrali si notano le caratteristiche chiavi metalliche usate un tempo per sorreggere le costruzioni in muratura (fig. 08).
Anche ai lati della struttura principale sono visibili delle chiavi metalliche e, sotto agli archi della facciata è possibile notare il tirante su cui agiscono due di queste. Sulla parte posteriore del santuario, dalla parte della navata laterale di destra, è visibile un lucernaio tondo con inferriata a sbalzo verso l'esterno (fig. 09).
Le pareti laterali sono munite di quattro finestre atte all'illuminazione interna.
Di rimpetto al santuario, una costruzione di notevoli dimensioni è adibita a ricovero per i pellegrini. Essa è rialzata rispetto al piano della chiesa per recuperare le irregolarità del terreno. La facciata di questa struttura consta di un loggiato in cemento delimitato da due archi sorretti da una colonna centrale a sezione quadrata. Alla sinistra una scala conduce al piano superiore che mostra due grandi vetrate. Sotto al loggiato, sulla parete di destra, fa bella mostra di sè un dipinto, di recente fattura, che raffigura una scena agreste (fig. 10).
Architettura interna e arredi
Descriviamo brevemente ora l'austera bellezza dell'interno di questo santuario così caro ai valtorresi che non dimenticano di rivolgere alla Madonna della Bassa la loro preghiera.
Dall'ingresso principale, percorso il corridoio delimitato dalle panche, si giunge all'altare, di forma tabulare, su cui il sacerdote celebra le funzioni religiose rivolto verso i fedeli. Alle sue spalle si erge il vecchio altare maggiore con il tabernacolo su cui alcuni motivi decorativi, color verde chiaro, oro e argento, preludono all'abside in cui è conservata l'antica statua della Madonna del santuario che il Nicol pose in questo luogo attorno al 1714. L'interno della nicchia contenente il simulacro della Vergine, riproduce la volta celeste con alcune stelle color oro su sfondo blu. La cornice della nicchia è costituita da un dipinto su fondo azzurro, con motivazioni floreali, che rappresenta in alto la corona d'oro simbolo della Regina dei Cieli. Ai lati della cornice quattro cherubini aurei scortano la Beata Vergine verso la Gloria Eterna (fig. 11).
Questa statua, che possiamo considerare l'arredo più prezioso del santuario a prescindere dal valore venale dell'oggetto, riproduce in posizione eretta la Beata Vergine che sorregge, con il braccio sinistro, il Bambin Gesù. Essa indossa una tunica rosa che, dalla vita sin quasi ai piedi, è coperta da un drappo azzurro ornato anteriormente di 6 stelle d'oro. Il capo, coperto da un velo di color verde chiaro che scende sin sulle spalle, è cinto da una corona aurea con fregi in rilievo. Il braccio destro della Madonna è proteso verso i fedeli quasi a volerli accogliere in un materno abbraccio. Il volto della Vergine Maria, cerchiato da una capigliatura castana, ha lineamenti contadini e ricorda il viso del dipinto “La Vergine portata in cielo†di A. Moretto da Brescia, conservato a Milano presso la Pinacoteca Brera, sebbene nell'opera del Moretto esso abbia un'espressione più contrita. Il Bambinello, biondo e coperto di poveri panni ma con sul capo la corona del Re dei Cieli; reca nella mano sinistra una sfera simbolo della Terra, mentre con la destra benedice i fedeli. Il basamento marrone della statua è attualmente poggiato su un ulteriore supporto chiaro che, sulla parte anteriore, riproduce a caratteri d'oro una “M†ed una “A†sovrapposte, iniziali di Maria Addolorata. Il fascino di questa statua, semplice ed ingenua come i montanari, è tutto racchiuso nella sua storia che accompagna da ormai trecento anni le genti che vivono alle pendici del colle della Bassa.
Lateralmente al tabernacolo sono dipinti affreschi raffiguranti Lorenzo Nicol infortunato e la Madonna che campeggia sul lato destro, tra le nubi al di sopra dei monti, con il figlio Gesù sorretto dal braccio destro. A sinistra di questa rappresentazione, e quindi del tabernacolo, è dipinta una processione e, a lato, sono raffigurate alcune Suore della Congregazione della Beata Michelotti (Piccole Suore del Sacro Cuore di Gesù per gli Ammalati Poveri) (fig. 12).
Queste opere pittoriche sono state realizzate da Francesco Zabusso e Germana Albertone.
Dalla navata centrale si dipartono le due navate laterali di uguale grandezza. Quella di sinistra termina con la Cappella del Voto in cui è conservata la statua processionale del santuario, collocata in una nicchia adornata da due grandi candelabri. Quest'effige, che viene portata in processione nelle festività, raffigura la Vergine Maria in posizione eretta vestita di una tunica rosa ed un velo azzurro che ricopre anche le braccia. Essa tiene in braccio il Bambin Gesù poggiato sul braccio sinistro e lo sorregge amorevolmente con l'altro braccio ponendogli la mano sulla schiena. Il Santo Bambinello abbraccia la Madre e, rassicurato come ogni piccolo dall'amore materno, poggia la testa sulla guancia sinistra della Beata Vergine. Il viso della Madonna, semplice e aggraziato, benchè ritratto in atteggiamento diverso, presenta caratteristiche somatiche riconducibili al volto dipinto da Bernardino Luini nella “Madonna del Roseto†(Milano, Pinacoteca Brera). L'altezza della statua si aggira attorno al metro e viene condotta in processione su di un baldacchino portato a spalle da quattro uomini affiancati da altrettante persone recanti un cero.
La navata di destra ospita il confessionale del santuario e una statua dell'Addolorata (fig. 13).
Questo simulacro di piccole dimensioni ci propone l'effigie della Madonna Addolorata in atto di preghiera. Con le mani giunte e gli occhi rivolti al cielo, la Madre di Dio pare implorare l'intervento divino.
La Vergine indossa una tunica rosa con un velo azzurro che diventa scialle ricadendo sino ai piedi. Il suo volto, espressione del momento di preghiera, porta alla mente il viso del dipinto “Addolorata†di Moretto da Brescia, custodito presso il Museo Nazionale di Palermo. Nell'opera pittorica, similmente alla statua, l'espressione di compunto dolore è evidenziata dallo sguardo alto, fisso nell'infinito celeste a cercare l'aiuto divino per lenire il dolore di una madre.
Entrambe le navate laterali hanno le pareti ricche di ex voto (fig. 14)
e sono separate da quella centrale da una serie di archi a tutto sesto sorretti da colonne a base quadrata affrescate con greche e nastri. Ogni colonna reca, verso la navata centrale, un lampadario a tre luci rivolte in l'alto e, sui lati interni agli archi, alcuni rosoni raffiguranti la passione di Gesù Cristo.
La volta, formata da archi ellittici, è attraversata, in corrispondenza degli stessi, da tiranti metallici che terminano, esternamente, nelle chiavi usate un tempo per sorreggere le costruzioni in muratura. Ogni arco ellittico, alternato ad un lucernaio, è adornato da svariati motivi pittorici, tra cui alcune fronde di palma (fig. 15).
Dalla navata di sinistra si accede, tramite una breve rampa di scale, alla cantoria destinata ad accogliere piccoli gruppi di cantori oppure, quando le persone sono numerose come nell'occasione della festa, anche fedeli (fig. 16).
Tra gli arredi del santuario ricordiamo la Croce dell'Altere Maggiore, in cui il Cristo crocefisso è circondato da due rami spinosi che, partendo dal basso, raggiungono la sommità della croce stessa; una lampada a navicella e la sedia lignea del Celebrante, donata dai Priori 1998 – 2000 (coniugi Bert Lorenzo e Valeria, coniugi Girodo Franco e Carmen), sul cui schienale campeggia la scritta “Jubilaeum A.D.2000â€Â.
Come giungere al santuario
Il sentiero che conduce al santuario ha inizio poco oltre la località Mulino. Percorrendo un breve tratto di via Castello si raggiunge il sentiero, segnalato con VDT5, che inizia nei pressi dell'incrocio tra via Malandrino e via Bussoneis. Per chi volesse camminare un po' meno è possibile raggiungere la borgata Bussoneis in auto, oltrepassare la borgata Lucco e, al bivio con Strada Madonna della Bassa, svoltare a sinistra. Pochi metri dopo inizia il sentiero un tempo percorso dai Partigiani che salivano da Val della Torre verso Mompellato oppure scendevano verso i centri a valle. Di qui il sentiero, attraversando una bella pineta, si dirige verso la borgata Bitum e la oltrepassata lasciandola a valle, poi piega verso monte e raggiunge Pian Mufì. Un ultimo tratto in salita, dove sorgono alcuni piloni votivi testimoni della fede popolare, ci porta al Colle della Bassa su cui sorge il santuario.
I 1152 metri del santuario si raggiungono in circa un'ora e quaranta minuti di cammino. Il panorama spazia su tutta la valle sino alla piana torinese ed alle colline prospicienti.
Se qualcuno non ha proprio voglia di camminare, o purtroppo non può e di ciò me ne rincresce, è possibile raggiungere il santuario con una strada carrozzabile alquanto stretta che sale dalla Val di Susa. Il tragitto tocca Almese, Rubiana, Mompellato, Pascaletto e quindi Madonna della Bassa.
Una preghiera alla Madonna della Bassa
Ave o Maria!
Tu alla Bassa hai ascoltato la richiesta di aiuto di un papà e hai accolto le preghiere
di soccorso per tante situazioni di vita familiare e agricola.
Sei stata rifugio e conforto nel tempo di guerra.
Ci rivolgiamo, sempre a te che sei: immacolata, sposa e madre.
Con la tua materna attenzione guarda alle nostre famiglie, ai giovani, alle nostre
nuove attività di lavoro e di studio.
Parla di noi tuoi devoti a tuo figlio Gesù che hai portato in braccio.
Tu o Madre, illuminata dallo Spirito, hai saputo conservare ogni cosa nel tuo cuore,
aiuta anche noi nella fede, fa che chi ti viene a trovare quassù possa dire con te al Padre:
“l'anima mia magnifica il Signore!â€Â
Santa Maria
Tu hai provato la sofferenza, il dolore, l'imprevisto.
Aiutaci a dire di “si†e soccorrici nelle nostre necessità spirituali e materiali.
Amen
La preghiera soprascritta e tratta da un santino sul cui frontespizio è raffigurata l'antica statua della Vergine (autunno 2001).
Giovanni Visetti
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